Conosco il Resho da tantissimi anni. Da tantissimi anni ci ripromettevamo di fare qualcosa insieme, ma per mille motivi diversi non c’eravamo mai riusciti. Alle tante l’anno scorso ci siamo trovati, abbiamo selezionato qualche beat di Loopin, e ci siamo trovati su un paio di tematiche che potevamo sviluppare e su cui potevamo realizzare il brano. Solo che una notte il Resho scrive una strofa di getto che non c’entra nulla con quello di cui avevamo parlato. Me la manda, la leggo, e ne scrivo un’altra che completa la sua. Ci troviamo in Stanza, scriviamo insieme il ritornello. Le fate è pronta.
Le fate non parla strettamente di ragazze, non è una canzone d’amore, anche se può sembrarlo. Le fate sono la magia, i sogni, tutto ciò che di bello possiamo permetterci nella vita. Le fate è la critica a chi butta via tutto questo, a chi lo disprezza, a chi ci gioca, a chi lo lascia spezzandogli le ali.
Beat di Loopin, al rap Resho e Zorba.
Testo de “Le fate”
RESHO: Cerco pace, nelle notti d’estate, fra le lotte sbagliate, con le mie note stonate, e invece volevo restare a guardare lontano la brezza di mare cercando le fate carezze che invano ho bramato, sognoato, apprezzato finché son restate. . E tutto ciò che ho in mano strappato poi vola via sopravvivo nella mia agonia alla mia malinconia. Tutto ciò che ho in mano è un pugno chiuso, serratosi di scatto un attimo dopo che il tempo si era concluso. Ho fatto come mi pareva, pareva potessi farcela, parecchi mi dicono faccela, pareti mi gridano scappa, so solo che qui non si scappa, so solo che tutto si strappa e mentre il mio mondo si squarcia qualcuno pugnala qualcuno mi lascia. Che forse me le sia cercate? le mie direzioni sbagliate, ma invece volevo restare sul fondo del mare a guardare le fate.
Ed io volevo restare a guardare le fate. Ed io volevo restare a guardare le fate. Voi le disprezzavate, mentre ci giocavate: quando le avete lasciate sono annegate con le ali spezzate. Invece volevo restare a guardare le fate. Invece volevo restare a guardare le fate. Voi le disprezzavate, mentre ci giocavate: quando le avete lasciate sono annegate con le ali spezzate.
ZORBA: Sono fate annegate sul fondo del mare, fate con ali bagnate, ali che non sanno più volare, fate con ali spezzate; ali che fanno male, fate cadute e umiliate che non san più sperare, fate abbracciate e buttate senza mai pensare. Facciamo sogni sbagliati, sogni sballati, sogni scollati, senza senso, sogni malati, sogni cariati ,sogni bruciati da un motivo falso, sogni crepati e scontati condizionati come coi cani di Pavlov, sogni cambiati, sogni mollati (ormai c’hai fatto il callo), incubi o sogni bagnati scacciati solo dal canto del gallo. Folletti con passo sicuro danzano lenti sull’acqua in frac, la nebbia ci cela il futuro, è il fumo nel cielo di una pipa da crack. Armonia come in un pezzo al piano di bach, voglio insonnia e follia, erba non fiori di bach; sbatti la testa sulla parete finché il tuo cranio si fotte e fa crac e le macchie di sangue sono le macchie in un test di Rorschach.
Ed io volevo restare a guardare le fate. Ed io volevo restare a guardare le fate. Voi le disprezzavate, mentre ci giocavate: quando le avete lasciate sono annegate con le ali spezzate. Invece volevo restare a guardare le fate. Invece volevo restare a guardare le fate. Voi le disprezzavate, mentre ci giocavate: quando le avete lasciate sono annegate con le ali spezzate.
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