Mistaman torna con un disco nuovo, pubblicato da Unlimited Struggle il 4 Novembre 2016 e siamo tutti curiosi. Dopo la bella prova di M-Theory, mi aspettavo un album all’altezza… E invece no. Certo, non è un album orribile, anzi; piacevole da ascoltare e con delle rime all’altezza del rapper trevigiano della Unlimited Struggle.
Forse sono io, ma di Mistaman mi fa impazzire un album sì e uno no, con l’eccezione di Parole e Anni senza fine, che rimangono due delle pietre miliari dell’Hip Hop Italiano.
L’album si apre con una voce da Antico Testamento che introduce il primo cavaliere dell’Apocalisse, Carestia, poi Mista comincia a rappare; questa struttura si alterna per tutta la durata del brano introducendo mano a mano Pestilenza, Guerra e Morte. A differenza della storia biblica, però, Apocalypse Yao, la fine del mondo secondo Mistaman, è ad opera dell’uomo e non di un qualche Dio vendicativo, tanto che i quattro cavalieri dell’Apocalisse lasciano la terra visto il buon lavoro di distruzione portato avanti dall’uomo. Mistaman cerca di dare un senso al pezzo, ma l’utilizzo del vocoder e il beat troppo lento e “nuovo” di Big Joe non mi hanno colpito particolarmente.
La seconda traccia è Non c’è domani, prodotta da Gheesa. È un produttore che non conoscevo, ma il beat di questo pezzo è interessante e Mistaman ci rappa sopra con convinzione. Il brano è bello, anche se il tentativo di infilarci dentro un po’ di tutto (capitalismo, ignoranza, indifferenza, religione, complottismo) lo rende meno interessante di altri pezzi della sua discografia. E se il bridge verso il ritornello mi piace molto, il ritornello vero e proprio non è perfettamente riuscito. Resta notevole la terza strofa:
Religione e complottismo, il meccanismo è lo stesso:
Spiegazione semplice a un problema più complesso
La religione se si analizza, in un certo senso
Non è che una teoria complottista sull’universo
Se Dio ci sta osservando, giudicando dall’alto
Non vorrei annoiarlo, intratteniamolo peccando
Tanto, sai, il primo miracolo che Gesù abbia fatto
è stato andare a un party portando a tutti l’alcool!
Hiphopcrisia è una critica al mondo mainstream del rap in Italia. Il brano è piacevole e ben fatto: bello il beat di Big Joe e belli il flow e le rime di Mistaman. Quello che manca è un pizzico di originalità: serviva davvero parlare ancora di questo? Rimane che Mistaman cerca di aprirsi al grande pubblico senza passare dalle major, e questo va rispettato a priori.
Se non ti piaccio è un altro pezzo simile al precedente, con la differenza che è molto più egotrip… E non gli egotrip a cui ci ha abituato Mista. E il beat di Big Joe non è che mi faccia impazzire, anzi.
In fuoco è l’unico album del brano prodotto da Shocca, ed è un beat che si allontana abbastanza dai suoi classici boom bap, con risultati secondo me non eccelsi. È una sorta di canzone d’amore all’Hip Hop, sempre con una punta di rabbia per le nuove leve che non rispettano i veterani.
Operazione nostalgia è un pezzo nostalgico contro la nostalgia, come l’ha definito lo stesso Mista. Il beat di Big Joe ancora una volta non è nelle mie corde, ma le rime di Mista sono una canzone d’amore per la musica, dalle sue radici al presente, conditi da una salsa di ricordi. Unica pecca il ritornello: ancora troppo autotune e poco convincente, soprattutto in confronto alla liricità del testo. Trovo anche un pò schizofrenico dire “questa nostalgia non fa più per me” quando queste rime nostalgiche escono così bene.
Mista McFly è un altro egotrip. Meglio di Se non ti piaccio, ma siamo ancora lontani dalle 100 o dalle 101 barre.
Indelebile, su beat di Big Joe, è un altro egotrip, probabilmente il migliore dell’album. Sulla linea di 101 barre, anche se forse un po’ sotto quei livelli. Il pezzo sul Tetris però è geniale.
Le barre io le incastro come a Tetris
Anche se per l’album poi ci metto mesi
Poiché incastro così bene che si
Cancellano come nel gioco, that’s crazy!
Noi è un pezzo d’amore. Suona strano su un album di Mistaman, anche se aveva già dato su M-Theory, con il brano (x²+y²-1)³-x²y³=0. Che come rime e immagini è decisamente più avanti. Da segnalare il beat di Gheesa, che invece mi piace un sacco.
Realtà aumentata è la tracklist dell’album ed è una critica al mondo dei social e al vivere nel mondo digitale per fuggire dalla realtà che ci circonda. È forse il brano più ricco di contenuto dell’album, e quello più riuscito, quadrato e finito. Il beat di Big Joe mi piace, ma il salto nel ritornello è l’unica pecca del brano.
Basta, prodotta da Big Joe, è un altro pezzo di punchlines, e Mista sembra essere tornato a buoni livelli. Il beat lo sostiene molto e il ritornello sembra essere progettato apposta per far saltare la gente nei live. Manca di contenuto, ma a Mista lo si può perdonare, perché le immagini che evoca valgono l’ascolto.
Lost in translation è un pezzo tipico di Mista, ricco di giochi di parole tra il significato letterale di parole in inglese e il significato in slang che ne abbiamo dato in Italiano. Ben riuscito e il discorso fila, ma altri giochi di parole come A100 o Il mondo al contrario sono una spanna sopra.
M.I.S.T.A. 2.0 è la seconda parte di un altro gioco di parole presente su Colpi in aria, in cui le parole del testo sono tutti acronimi di M.I.S.T.A.. Troppo breve, e M.I.S.T.A.M.A.N. sembra troppo distante, quasi inarrivabile.
Realtà aumentata è un album di buon livello, curato e ricercato nel flow e nei beats. Se non fosse un album di Mista sarei meno critico, ma il rapper trevigiano ci ha abituato ai capolavori, e questo non lo è. La scelta di beats molto vicini al gusto musicale di oggi me lo fa apprezzare meno del solito; i contenuti spesso ci sono, ma hanno un che di già sentito nella produzione del rapper. O forse è perché arrivati ad un altissimo livello anche la perfezione annoia?
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